Un po’ di noi

Eccoci, siamo una famiglia.

Siamo la famiglia Amodio e abitiamo in masseria.
Amiamo la natura e siamo appassionati del nostro lavoro.
In realtà ognuno di noi ha un compito in masseria:
c'è Domenico che è il primo a svegliarsi: lui prepara il lavoro per i grandi collaboratori che abbiamo e si occupa dei terreni.
Al suo fianco c'è Giuseppe che aiuta il papà nelle facende agricole e nella gestione del frantoio e della cantina.

Poi c'è Michele che ha una grande passione per la lavorazione del latte e da il meglio di sè nella produzione dei latticini e dei formaggi.
Enza e Alissia, le nostre "power woman". Loro si occupano della vendita in negozio e dell'accoglienza clienti.

Ci sono loro poi, nonno Peppino e nonna Rosetta: i veri motori della masseria.
Nonno Peppino si occupa del bestiame e della mungitura;
Nonna Rosetta invece con la sua super grinta si occupa dei forni dove sforna ogni giorno il suo fantastico pane!

I nostri numeri!

1800 +
Animali
90 +
Prodotti
+
Masserie
Alcuni momenti trascorsi in masseria!

Tutto in masseria

La nostra storia

La famiglia Amodio ha origini in una frazione di Monopoli chiamata Santa Lucia. In questo posto vivevano i due bisnonni, iniziatori della nostro lavoro: nonno Giovanni e nonno Domenico i quali si occupavano Rispettivamente di produzione di olio e vino, e allevamenti di bestiame. La generazione successiva ereditò queste mansioni, trasferendosi in una frazione di Fasano (detta Cocolicchio), dove portò avanti lavori di trebbiatura di grano e cereali, e continuò la tradizione dell’allevamento di animali. Fu casuale, poi, il trasferimento a Mottola , dove Peppino Amodio acquistò la storica Masseria Lemarangi. Su questa struttura ci fu una grossa diatriba. Lo storico proprietario, Don Gioacchino Lemarangi, aveva lasciato in gestione la struttura a dei dipendenti del posto, poiché lui, sposato nel nord Italia, non poteva gestire il lavoro. Rimase,però, assai scontento dell’operato ed attribuì le colpe del malfunzionamento della masseria ai dipendenti Mottolesi. La sua prerogativa diventò dunque quella di vendere la masseria (anche svendendola), purché non fosse data a nessun abitante del posto. Era il 1995, quando Peppino acquistò la masseria e si trasferì lì con sua moglie Rosa e i suoi due figli, Domenico e Maria. La masseria era ridotta in condizioni davvero disastrose, tanto che Peppino arrivò a pensare di aver commesso un grosso errore nell’acquistarla. C’era una stalla, un antico frantoio, un caseificio dismesso, e una cantina; tutto in stato di abbandono. La prima cosa che fu rimessa in funzione fu il frantoio, decisione presa dal figlio Domenico nonostante la disapprovazione del padre Peppino. A seguire furono rinnovate le stalle e acquistati nuovi capi di bestiame. Questo passo poté garantire la messa in moto del caseificio, inizialmente di piccole dimensioni. Fu proprio in questo periodo che si misero le basi di quella che attualmente è la realtà di Masserie Amodio. Con tanto lavoro e sacrifici l’azienda pian piano si è ingrandita, completandosi con la costruzione del panificio, della cantina, rimodernando il frantoio, e in ultimo la nascita del macello aziendale. Masserie Amodio nasce, dunque, dalla tenacia di una famiglia sempre unita, e dalla volontà di trasmettere i beni preziosi della nostra terra.

Carrello